Siamo agli sgoccioli. L'estate non è ancora iniziata, che è già quasi finita.
Sono sicura che, con buone probabilità, mi rileggerete da queste parti già in autunno: il tempo vola, passa, ci scivola tra le dite. Le cose cambiano, e si cerca di diventare le persone che vorremmo essere, di passare il tempo con le persone a noi care, di potare quei famosi rami secchi di cui è piena la nostra vita. Perchè, diciamoci la verità, di vita ne abbiamo una, e se dobbiamo passarla a fare cose che non ci piacciono o con persone di cui non abbiamo stima, allora diventa lunga e faticosa.
Però le cose belle che ci regala la vita ce le dobbiamo tenere strette, e così oggi ricominciamo con le Cacio Ricette, e ci portiamo dietro quelli che sono, ormai, un pò di ricordi estivi. In fondo vorrei che questo post sapesse ancora di pascoli verdi, di sole, di suoni di campanacci delle mucche che riecheggiano, e vi vorrei portare ancora un pò a zonzo per l'Italia con me (...ultimamente non faccio altro, ne sono consapevole).
Ritroviamo quindi questo progetto in una veste un pò nuova. Infatti questa volta non mi sono limitata a scoprire un produttore solo grazie a QualeFormaggio, al web e ai prodotti che solitamente ricevo.
Questa volta, complice la bella stagione e le gite in montagna appunto, sono andata a scoprire l'azienda Lo Puy visitando direttamente la loro sede ed assaggiando i loro prodotti. Senza parlare delle infinite chiacchiere con la signora Marta.
In una giornata di piena estate abbiamo passato uno splendido weekend in montagna (di cui vi devo ancora parlare). E visto il mio settembresuperincasinato, parlando con Stefano Mariotti (Qualeformaggio per gli amici ;)) è emersa la possibilità di andare a comprare un formaggio direttamente in loco per la riapertura delle CacioRicette. E secondo voi, potevo esimermi da questa faticaccia? Certo che no! :)
E così mi sono ritrovata a faccia a faccia con lei, la signora Marta (che vi ho citato sopra) che ci ha ospitati e coccolati con una merenda cinoira. Tutto e rigorosamente a base di capra. Come, ovviamente, il formaggio di cui vi parlo oggi, il Quersonh.
E avreste dovuto vedere la passione che ci ha messo nel raccontarmi la loro storia.
L'Azienda agricola "Lo Puy" ha diversi capi di capre al pascolo, che gli consentono di dedicarsi alla produzione di formaggi caprini di montagna, a latte crudo.
Si trova a San Damiano Macra, in Valle Maira, una valle alpina in provincia di Cuneo. Nei monti di questa zona, situata a circa 1000 mt di altezza, prevale la presenza di boschi di castagno invasi degli ultimi decenni da rovi selvatici. Questo è l'habitat ideale per il pascolo aereo delle capre e, non a caso, "Dins les ronses lhi chabres (nei rovi le capre)" fu proprio il motto iniziale del progetto di "Lo Puy".
La passione di Giorgio per le campagne francesi li ha portati proprio alla scelta della produzione di formaggio caprino prodotto a latte crudo. Con questa convinzione hanno cercato di valorizzare questi particolari prodotti anche da noi in Italia, e nella mia modesta opinione (ne ho degustate sette tipologie diverse) sono bene riusciti nell'opera.
Ora mi resta anche la curiosità di provare gli stessi formaggi nelle altre stagioni, visto che Marta mi ha suggerito di provarli in momenti diversi dell'anno: l'alimentazione della capra varia ovviamente in base alle erbe presenti nei pascoli, e proprio per questo motivo anche i formaggi stessi cambiano lievemente il loro gusto al palato.
Ho avuto la fortuna di assaggiare da loro solo alcuni prodotti, dal Genepì, lavorato con la pianta omonima, pasta giallo Chartreuse tendente al verde e sapore di fine pasto (il mio preferito, che è ovviamente finito nel carrello della spesa!), al Quersonh, una piramide che prende il nome del monte omonimo, il più classico nell’aroma lattico di caprino stagionato; dal Charbonet lavorato con la cenere vegetale (anche questo finito nel carrello della spesa...), al D’Oc, altro ottimo prodotto caprino, un'eccellenza. Peccato non abbia potuto assaggiare il “loro” castelmagno di capra (Chabrobleu): sarò costretta a tornare
Per non parlare di tutto quello che abbiamo avuto modo di degustare presso La Chabrochanto (il loro locale per le degustazioni di formaggio, ma non solo): polenta concia con caprino (ovviamente), stufato di capra, gelato al fiordilatte (di capra, inutile sottolinearlo ulteriormente).
Mi sono innamorata non solo di Giorgio e Marta, ma anche delle loro capre e del magnifico locale, e non vedo l'ora di poter tornare da loro e di potermi fermare un pò di più, per perdermi in altre chiacchiere incantevoli e mangiare formaggi sani e buoni.
Quasi dimenticavo!!! La mia ricetta di oggi, la crema di sedano con Quersonh, la potete trovare qui, da Quale Formaggio. Buona lettura a tutti!
PS non è proprio la sede indicata... ma per chi si sta facendo domande anche sulle ceramiche che vede immortalate nelle fotografie... bè, vi anticipo che c'è lo zampino di una certa Linda... ma magari nel tempo avrò occasione di conoscere anche lei e, perchè no, dedicarle un post!
Molto interessante un caro saluto buona giornata
RispondiEliminaSono molto belle le parole che ci riservi all'inizio del blog, la penso esattamente come te! La gita dalla signora Marta è stata sicuramente fantastica, beata te!! Un abbraccio
RispondiEliminaTu mi vuoi male, questa è la verità, ammettilo!
RispondiEliminaQuesti formaggi sono uno spettacolo, e mi hai dato una splendida meta per una passeggiata in montagna.. che da qui alla Val Maira non è nemmeno tanta la distanza!
Quando devi fare una gita formaggiofila... call me :D
A proposito... Cheese?!
mamma mia che spettacolo... adoro i formaggi di capra. e pure le capre :) l'azienda è lontanissima per me, ma non mancherò di visitarla quando andrò da quelle parti. corro a leggere la ricetta!
RispondiEliminaDICO SOLO UNA COSA:ACQUOLINA....PECCATO TROPPO LONTANO :(
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