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lunedì 19 agosto 2013
Londra e il cibo: perchè si viaggia anche grazie alle papille.
La scorsa volta dicevo tra le righe che questo agosto con voi sarà un agosto all'insegna dei viaggi.
Sono un pò indietro con tutti i racconti che ho da proporvi, e quindi, dopo l'intervallo con la proposta di Bassano del Grappa, ritorno sulla rotta londinese e vi racconto un pò del cibo a Londra.
Uh, sicuramente sarà più lucida nel raccontarvi di Londra, essendo passati già tre mesi,ma a suon di spolverare bei ricordi la crisi di astinenza da viaggio è assicurata. Quindi mentre vi scrivo sappiate che sono già qui che fantastico sul prossimo.
Che ci volete fare? Intanto io lo so, non guarirò mai.
Dunque dunque, ma secondo voi posso aver mangiato male a Londra? Ovviamente no! E ora qui mi viene un dubbio: non è che magari sono io che trovo sempre il lato positivo nelle cose? A Londra sono stata bene, ho mangiato bene e mi sono divertita tanto. E se è anche grazie al mio inguaribile ottimismo, va bene lo stesso!Iniziamo dalla nostra prima cena, nel ristorante più vecchio di Londra: il Rules Resturant.
L'atmosfera un pò d'altri tempi e il cocktail iniziale hanno sicuramente regalato un'aurea del tutto sfavillante alla nostra prima cena londinese. Il fatto che io mi ricordi poi così perfettamente bene il Kate Middleton's la dice lunga sulla potenza dell'aperitivo... con quei petali zuccherati di rosa sul fondo del calice. Ottima anche la carne: ristorante sicuramente da provare (e se lo fate la prima sera è meglio... altrimenti poi non lo fate più visto il costo non proprio alla mano del ristorante... :)).
Altra tentazione, scelta però non sull'impulso del momento ma pianificato dall'Italia, è stata The Ritz. Inutile dire che il Traditional Afternoon Tea ci è piaciuto tantissimo. Quei vassoi a più piani ripieni di sandwich al cheddar, pollo e salmone affumicato. Gli scones, e la pasticceria. Insomma, un trionfo di stuzzichini, serviti da camerieri impeccabili. Sarebbe stato tutto perfetto, se avessi magari inserito nelle mise delle vacanze un abito da sera e avessi permesso a Comandante Amigo di portare la cravatta... ehm... piccolo errore di valutazione (ho rischiato grosso... Comandante Amigo così arrabbiato era da tanto che non lo vedevo... ma che ci volete fare, mica dovevo mettermi in ghingheri in vacanza????? giammai!).
Fortnum & Mason: noi ci siamo capitati davanti per caso, e io, onestamente, non ne avevo mai sentito parlare. Diciamo che l'ho scoperto, mi ha lasciata a bocca aperta e poi, una volta tornata in Italia, ho anche capito che è un posto conosciutissimo. Bè, sicuramente visitando i piani di questo immenso negozio ho capito il perchè. Qualche souvenir culinario, un paio di panini per pranzo, e poi via, verso le mete della giornata.
Anche se non ci ho mangiato (... mi sarebbe piaciuto tantissimissimissimo...) mi ha lasciata incantata. Il Borough Market assolutamente non dovete perdervelo. Noi non siamo stati a Camden (eh lo so... che ci volete fare, vi avevo avvertiti che in soli 6 giorni non potevamo vedere tutto!), e quindi non posso di sicuro farvi un paragone. Però posso dirvi che questo mercato vale veramente la pena di essere visto, girato, assaggiato e fotografato. Oh, fatelo. E se lo fate, fatemi sapere come l'avete trovato.
Ultimo ma non ultimo: Bread Street Kitchen. Bè, di sicuro non ha cucinato Gordon in persona, ma noi siamo stati pienamente soddisfatti. Un'anatra buonerrima e poi una pavlova particolarissima: con mango e frutto della passione. Da provare anche questo angolino di Londra, senza ombra di dubbio.
Se mi chiedete il ricordo più buono di questo ristorante: il purè. Banalmente. Ma uno buono così, non l'avevo mai mangiato. E chissà quando lo rimangerò.
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Ciao Sere! Spesso mi sono chiesta se non ci fosse qualcosa che non andava in me, visto l'entusiasmo con cui tornavo da ogni viaggio, per i luoghi, il cibo, l'atmosfera, la gente. Mi sono chiesta se per caso non avessi filtri, scarsa capacità di giudizio, ma poi mi sono detta che è forse capacità di vedere un luogo aprendo la mente e dimenticando i parametri della propria cultura, del proprio mondo, lasciando per un momento a casa l'italianità e cercando di capire un altro modo di vivere. Boh, comunque sia, sono contenta così.
RispondiEliminaPS: andremo a Londra a ottobre, userò tutti i tuoi suggerimenti :-D (però un vestito elegante in valigia non so se riuscirò a farlo entrare!)
l'importante è che tu riesca a farci stare una cravatta :)
EliminaChe belle foto :) Amo i racconti di viaggio!!
RispondiEliminaA presto :)
http://ledeliziedelmulino.blogspot.it/
Chissà perché anche io non riesco a trovare un posto dove mi trovi male con il cibo...io dico sempre che è perché in fronte ho scritto WC, ma pensandoci bene non è solo per quello. Certo, il mio innato ottimismo, l'entusiasmo che accompagna ogni vacanza, ma forse è ancora più semplice: quando ci si trova in un altro Paese bisognerebbe evitare di cercare di mangiare italiano e affidarsi alla cucina del luogo. Poi può piacere o meno (e a me fin'ora è sempre piaciuta...), ma è inutile lamentarsi di quanto non sia buona la pasta in Francia o di quanto faccia schifo il caffé in Olanda... Se pretendi di mangiare come a casa, beh, allora stai a casa!
RispondiEliminaEccomi a scriverti :)
RispondiEliminaTi dico già che giro il link di questo post ad un'amica che andrà a Londra a metà settembre... chissà che non trovi qualche spunto! Fosse per me, lo sai, Ritz e mercati li visiterei subito subito. Bellissime foto! Un abbraccio Mari
Sono d'accordo con te, la cucina è un aspetto importantissimo per scoprire un luogo nuovo e capire il suo popolo.
RispondiEliminaIo a Londra ho mangiato benissimo e sono rimasta assolutamente e piacevolmente sorpresa della cucina inglese.
Un bacione!