E' da un pò che non passa una ricetta da queste parti.
Ma la rubrica dell'ingrediente del mese mi ha richiamata all'ordine. Almeno in parte...
Eh si, perchè questo mese non è che vi pubblico una vera e propria ricetta: insomma, non ci ho messo poi troppo a mettere su questo piatto e a fotografarlo.
Ma mi sono accorta che da queste parti non è mai (e dico mai), passata una insalata. Di quelle buone, ricche di alimenti sani, di quelle che ti fanno bene e che ti soddisfano anche senza riempirti troppo (a patto di non mangiarci quintali di pane... o di creckers, come fa invece la sottoscritta...).
E così per l'ingrediente del mese ho pensato di colmare questa lacuna del blog: ci voleva una insalata.
Anzi, dovrei proporvele un pò più spesso.
Qualità nei prodotti, olio evo a crudo... facile e veloce da preparare, che vi salvi le cene al posto delle pizze surgelate, che a noi non ci piacciono per nulla (tranne quelle home made e poi surgelate... ma quella è tutta un'altra storia che prima o poi vi racconterò...). Quelle sere in cui si arriva a casa, un pò apatiche e l'unica cosa che si ha voglia di fare è di coricarsi sul divano e accendere la televisione. Niente di meno, niente di più.
IL MELOGRANO
Il melograno, Punica granatum, è una pianta originaria dell’Asia centro-meridionale (Iran, India settentrionale e regione Himalayana) diffusa sin dall’antichità alle aree circostanti ed alla regione mediterranea. Venne introdotta nelle americhe dagli spagnoli a partire dalla seconda metà del 1700 e tuttora viene coltivata in numerosissime zone con clima semi-arido. Il suo nome latino deriva dal fatto che i romani trovarono le prime coltivazioni della pianta in Tunisia dove la popolazione veniva chiamata Punica, mentre l’epiteto granatum è dovuto al fatto che il frutto è ricchissimo di semi al suo interno.
La caratteristica principale di questa pianta è il frutto, la melagrana, che è una bacca modificata che viene chiamata in botanica balausta (dal greco baláustion – fiore del melograno). Il frutto si presenta di dimensioni variabili dai 5 ai 12 cm, di consistenza molto robusta. La buccia è coriacea e l’interno è suddiviso in tasche membranose contenenti i semi. I semi rossastri detti arilli sono avvolti in una polpa traslucida acidula e più o meno profumata. Sono i semi, presenti in numero variabile (fino ad oltre 600 per frutto), con la loro polpa ad essere utilizzati a livello gastronomico. Il melograno è ricco di vitamina C, vitamina B, potassio e polifenoli antiossidanti.
In cucina l’utilizzo può riguardare il seme unito alla polpa o la sola polpa qualora si voglia eliminare l’effetto legnoso e tannico dovuto al seme. L’utilizzo può riguardare la preparazione di piatti sia dolci che salati, in quanto la caratteristica di avere un gusto dapprima dolce e poi acidulo consente il più svariato utilizzo ed accostamento culinario. Dalla spremitura dei semi si ottiene la granatina, un succo anch’esso agrodolce, la cui produzione è molto limitata e costosa ma che spesso viene confuso con succhi di altri frutti (come lamponi e ribes) che vengono chiamati anch’essi granatina ma che nulla hanno a che vedere con il succo del melograno.
Il frutto del melograno viene utilizzato come simbolismo in molte culture religiose: ebraismo, cristianesimo, islamismo e anche le religioni pagane dell’antica Grecia utilizzarono questo frutto come simbolo. Nella simbologia ebraica, è simbolo di onestà e correttezza, in quella cristiana è un simbolo anticipatore della passione (famosa è la Madonna della melagrana del Botticelli dove il bambino Gesù tiene in mano un frutto di melograno aperto simboleggiandone la sua successiva passione) e poi anche di martirio, in quella islamica il melograno è tra le cose buone create da Dio, in quella greca è simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna.
Anche altre culture utilizzano il simbolo del melograno e anche in questi casi rappresenta l’abbondanza e l’unione fra le persone.
Un'ultima particolarità: la città spagnola di Granada deve forse il suo nome a questo frutto (o forse all’arabo Gar-anat, collina dei pellegrini), il quale comunque si ritrova proprio nello stemma della città.
Il melograno, Punica granatum, è una pianta originaria dell’Asia centro-meridionale (Iran, India settentrionale e regione Himalayana) diffusa sin dall’antichità alle aree circostanti ed alla regione mediterranea. Venne introdotta nelle americhe dagli spagnoli a partire dalla seconda metà del 1700 e tuttora viene coltivata in numerosissime zone con clima semi-arido. Il suo nome latino deriva dal fatto che i romani trovarono le prime coltivazioni della pianta in Tunisia dove la popolazione veniva chiamata Punica, mentre l’epiteto granatum è dovuto al fatto che il frutto è ricchissimo di semi al suo interno.
La caratteristica principale di questa pianta è il frutto, la melagrana, che è una bacca modificata che viene chiamata in botanica balausta (dal greco baláustion – fiore del melograno). Il frutto si presenta di dimensioni variabili dai 5 ai 12 cm, di consistenza molto robusta. La buccia è coriacea e l’interno è suddiviso in tasche membranose contenenti i semi. I semi rossastri detti arilli sono avvolti in una polpa traslucida acidula e più o meno profumata. Sono i semi, presenti in numero variabile (fino ad oltre 600 per frutto), con la loro polpa ad essere utilizzati a livello gastronomico. Il melograno è ricco di vitamina C, vitamina B, potassio e polifenoli antiossidanti.
In cucina l’utilizzo può riguardare il seme unito alla polpa o la sola polpa qualora si voglia eliminare l’effetto legnoso e tannico dovuto al seme. L’utilizzo può riguardare la preparazione di piatti sia dolci che salati, in quanto la caratteristica di avere un gusto dapprima dolce e poi acidulo consente il più svariato utilizzo ed accostamento culinario. Dalla spremitura dei semi si ottiene la granatina, un succo anch’esso agrodolce, la cui produzione è molto limitata e costosa ma che spesso viene confuso con succhi di altri frutti (come lamponi e ribes) che vengono chiamati anch’essi granatina ma che nulla hanno a che vedere con il succo del melograno.
Il frutto del melograno viene utilizzato come simbolismo in molte culture religiose: ebraismo, cristianesimo, islamismo e anche le religioni pagane dell’antica Grecia utilizzarono questo frutto come simbolo. Nella simbologia ebraica, è simbolo di onestà e correttezza, in quella cristiana è un simbolo anticipatore della passione (famosa è la Madonna della melagrana del Botticelli dove il bambino Gesù tiene in mano un frutto di melograno aperto simboleggiandone la sua successiva passione) e poi anche di martirio, in quella islamica il melograno è tra le cose buone create da Dio, in quella greca è simbolo di abbondanza, fertilità e buona fortuna.
Anche altre culture utilizzano il simbolo del melograno e anche in questi casi rappresenta l’abbondanza e l’unione fra le persone.
Un'ultima particolarità: la città spagnola di Granada deve forse il suo nome a questo frutto (o forse all’arabo Gar-anat, collina dei pellegrini), il quale comunque si ritrova proprio nello stemma della città.
LATTUGA, MELOGRANO E BLU DI PECORA
30 foglie cuore di lattuga
20 cubetti blu di pecora
melograno qb
olio evo qb
aceto balsamico qb
fleur de sel qb
Lavate bene la lattuga e asciugatela con un panno pulito.
Prendete il melograno, tagliatelo a metà e tirate fuori i semi rossi (per farlo più agevolmente io l'ho schiacciato un pò fra le mani, come a volerlo spremere).
Tagliate a cubetti il blu di pecora.
Disponete su un piatto le foglie di lattuga, cospargete con il melograno e i tocchetti di formaggio.
Irrorate con olio evo e aceto balsamico e salate a piacere.
Per 2 persone.
30 foglie cuore di lattuga
20 cubetti blu di pecora
melograno qb
olio evo qb
aceto balsamico qb
fleur de sel qb
Lavate bene la lattuga e asciugatela con un panno pulito.
Prendete il melograno, tagliatelo a metà e tirate fuori i semi rossi (per farlo più agevolmente io l'ho schiacciato un pò fra le mani, come a volerlo spremere).
Tagliate a cubetti il blu di pecora.
Disponete su un piatto le foglie di lattuga, cospargete con il melograno e i tocchetti di formaggio.
Irrorate con olio evo e aceto balsamico e salate a piacere.
Per 2 persone.
Vi sarete accorti che la rubrica ha cambiato un pò la sua veste: non è più l'ingrediente per due, ma è diventato l'ingrediente del mese.
Streghetta mi ha abbandonata, a causa di innumervoli progetti (lei si che è una foodblogger impegnata! ;)), mentre la sottoscritta ha pensato che la rubrica era un progetto personale carino, con un sano principio dietro e che era un peccato non portarla avanti. E poi, con un forestale a casa che aiuta volentieri, la rubrica avanza velocemente. Ed essendo da sola, non ho nemmeno bisogno di chissà quali accordi per poter scegliere un ingrediente. Streghetta, sia ben chiaro, se vuoi prima o poi tornare, qui le porte sono sempre aperte! ;)
Anzi, se qualcuna di voi ci tenesse ad unirsi, mi faccia sapere. :)
Già.. una buona, sana e veloce insalata, alcune sere è un ancora di salvataggio splendida!
RispondiEliminaLa spiegazione sul melograno che conoscevo, utilizzo e mi piace è molto interessante, ma io avrei avuto bisogno di sapere.. cos'è il blu di pecora?
Avevo intuito fosse formaggio ma non lo conoscevo!!!
Santo google! :D
Formaggio erborinato simile al francese roquefort...
Ora mi pare di assaggiarla davvero quell'insalata!
Bella idea...
Buona giornata
Laura
:D le schede dei formaggi le lascio relegate alla rubrica delle CacioRicette, altrimenti poi finisce che vi faccio venire il colesterolo...! ;)
Elimina:***
RispondiEliminaEsco per un pochino ma prima o poi risalirò sulla zattera.
E nel frattempo ti osservo attentamente dal di fuori...;)
l'importante è che sulla zattera ci rimanga io... :) poi se volete mi lasciate solo e mi pubblicate solo le schede senza fare post! :)
RispondiEliminaciao Serena,
RispondiEliminafacile e veloce questa ricetta. il melograno lo uso spesso nelle insalate. spesso lo lascio marinare nell'aceto balsamico e scalogno. strabuono. se vuoi una compagna per l'ingrediente del mese io sono disponibile e mi farebbe piacere. il mio blog e' La Taverna degli Arna. www.arnataverna.blogspot.it
Ci sentiamo, ti scrivo! ;)
Eliminaciao Serena,
Eliminanon so se hai gia' provato a scrivermi. ti lascio la mia mail : latavernadegliarna@gmail.com
a presto,
Marzia
già, con un sacco di pane come faccio anch'io :-)
RispondiEliminamia suocera usa spesso questo frutto nell'insalata, è un tocco di colore bellissimo!
ciao!
Abbiamo lo stesso problema con l'insalata... il pane!!! ;-)
RispondiEliminaLa nota acida del melograno deve essere perfetta con quel blu di capra di sicuro saporito, ottima idea!
Un bacino, anzi un bacione
e cosa c'è di meglio di una fresca e veloce insalata...! con il rosso melograno è invitante ancor di più...!!!
RispondiEliminaMeraviglia! Se tutte le future insalate saranno come questa, assolutamente nelle mie corde, allora più insalate per tutti!!
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