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lunedì 21 ottobre 2013

Med Diet Camp: un passo nel cammino verso la consapevolezza alimentare



La conoscenza è la chiave di tutto.
Sapere e condividere, essere e sapersi mostrare correttamente, comunicare in un linguaggio comprensibile a chi ci ascolta. Tutto questo non solo è importante, ma è fondamentale per la nostra vita di tutti i giorni. E lo è ancora di più quando si parla di cucina, quando si stimolano le persone ad imparare, a provare, a confrontarsi.
Quando ho aperto il blog, ero all'inizio del lungo cammino che è la consapevolezza alimentare. Cercavo già di portare sulla mia tavola di tutti i giorni, e di pubblicare in questo angolino, quello che speravo essere i principi corretti per una sana alimentazione, per un giusto rispetto di sè stessi e della famiglia che abbiamo attorno e che condivide con noi questo aspetto importantissimo della nostra vita.
Se al lavoro ci facciamo milioni di scrupoli e ci facciamo mille domande (è importantissimo farsele e farsele tutti i giorni), se ci facciamo in quattro per poter dare la risposta corretta, per non dover rispondere "Non è di mia competenza" (che risposta tremendamente terribile, pare di nascondersi dietro ad un dito), per arrivare con la proposta di una soluzione e non con la mera descrizione di un problema, dovremmo fare così per tutti gli aspetti della nostra vita. Non solo per il lavoro. Non dovremmo metterci nella situazione di pensare o, peggio ancora, di dire "Nessuno me l'aveva detto" o "Nessuno me l'aveva spiegato": la vita è la nostra, e se nessuno ci spiega le cose, siamo noi che dobbiamo andarle a cercare. E se così non è, la colpa non è di nessun altro se non la nostra.
Mi è capitata un'occasione che si chiama MED DIET CAMP. Un'occasione che mi ha dato l'opportunità di arricchire le mie conoscenze. Di migliorarmi, di confrontarmi con altre persone. Un progetto nato dall'Associazione Nazionale Città dell'Olio, un ente consapevole che prova a muoversi nella direzione della valorizzazione di quella cucina che ha i sapori di una volta, e che non cerca scorciatoie per risultare migliore o più sana anche quando non lo è.
"Noi siamo quello che mangiamo": quante volte l'avrete letto su questo blog. Il motto di questo evento. Non vi capita mai di guardare le vostre mani, che so, proprio ora mentre state usando il mouse mentre navigate su internet, e di pensare che le particelle che le compongono derivano da quello che tutti i giorni inseriamo dentro al nostro corpo? Perchè questo è quello che facciamo: il nostro carburante è il cibo, è la materia che ci permette di crescere e di vivere e di essere quelli che siamo.
Dobbiamo imparare a valorizzare gli ingredienti che abbiamo a nostra disposizione, imparare ad alimentarci in maniera sana, ma anche veloce e nutriente perchè se è vero che la cucina di una volta è sicuramente un valore che non dobbiamo perdere, è altrettanto vero che nella vita di tutti i giorni non ci si può permettere un brasato o un agnolotto fatto in casa ad ogni pasto.

 
Dobbiamo essere a conoscenza di quello che abbiamo intorno a noi e che è sano. Dobbiamo diventare eccellenti sulle nostre tavole di tutti i giorni così come in quelle del sabato e della domenica, e diventare padroni di una nostra identità. E abbiamo una base di partenza così importante e conosciuta, la dieta meditteranea, che farlo non è poi nemmeno così difficile. L'identità mediterranea (mia, tua, e di tutti quei popoli la cui cultura si affaccia su questo meraviglioso mare) è una identità forte. E' il nostro marchio, è in noi ed è giusto che ognuno di noi lo valorizzi come meglio può, e lo faccia tutti i giorni, non solo perché ha un blog e si espone, ma anche perché espone sé stesso a tutto ciò che potenzialmente potrebbe fare male.
Noi siamo il Mediterrano, e come particelle di una cultura così vasta, dobbiamo assolutamente valorizzare questo grande dono che abbiamo ricevuto.
Ho imparato tutto questo in quei tre giorni meravigliosi trascorsi a Cagliari con altre 49 foodblogger, con degli chef straordinari provenienti dal Libano (George El Kik), dalla Tunisia (Jaoudet Turki), dall'Egitto (Moustafa Elrefaey) e dall'Italia (Luigi Pomata). 

George El Kik
Jaoudet Turki
Moustafa Elrefaey
Luigi Pomata

Ho ascoltato con interesse profondo l'antropologa Alessandra Guigoni che ci ha illustrato non solo quei prodotti prettamente mediterranei, ma anche quelli che, con il tempo, sono entrati a pieno titolo in questa dieta anche se provenienti da paesi lontani.
E ho ascoltato con altrettanto interesse anche Carlo Cambi che ci ha ricordato che non solo dobbiamo essere consapevoli e rispettosi del cibo che abbiamo di fronte, ma che lo dobbiamo essere anche per tutto quello che ci sta intorno: per l'atmosfera che si crea in cucina mentre si fa una torta e si chiacchiera con i figli, per quella che si crea intorno ad una tavola imbandita piena di amici con cui si cercano momenti di piacere e di relax, per l'aria che si respira in una cena frugale, quando non si ha tempo per nulla che non per una pasta con un sano filo d'olio evo.

Carlo Cambi

Quello che ho portato a casa da questa esperienza è una consapevolezza in più e un rispetto maggiore verso il Mediterraneo e questa dieta, patrimonio dell'umanità, e tutto quello che ci offre. Verso i momenti di conviavilità che noi stessi creiamo con i nostri cari. E verso questo blog, con il quale cerco di avere un confronto tutti i giorni e grazie al quale mi posso mettere in gioco. Con me stessa e con voi lettori, che condividete con me un pò del vostro tempo e mi arricchite con i vostri spunti e le vostre idee.
Vi chiedo di pensarci, quando andrete a fare la spesa dopo aver letto questo post: potrete comprare un preparato per una torta in busta da versare in una ciotola da cucina, mescolare e infornare. Quello che vi chiedo però è di fermarvi per qualche istante a farvi delle domande, di leggere l'elenco degli ingredienti dietro alle buste che acquisterete. Di provare a pensare al vostro tempo e alla vostra vita, e a quali siano le cose che realmente contano. Iniziate da lì, dalle piccole cose: dal carrello della vostra spesa. E cercate di cambiare questo modo d'essere che ci ha catturati in questi anni, che ha preso piede nella nostra civiltà e che ci porta a non pensare più a quello che mettiamo nei nostri piatti di tutti i giorni.


Il MedDiet Camp è il primo dei cinque grandi eventi pianificati da MedDiet, progetto strategico finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo 2007-2013. 
Con un budget complessivo pari a circa 5 milioni di euro e una durata di 30 mesi, il progetto mira a promuovere e valorizzare la Dieta Mediterranea, riconosciuta Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco nel 2010. Oltre all’Italia, che partecipa con Unioncamere in qualità di capofila, il Centro Servizi per le imprese della Camera di Commercio di Cagliari, il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio e l’Associazione nazionale Città dell’Olio quali partners, il progetto coinvolge altri 5 Paesi del Mediterraneo (Egitto, Grecia, Libano, Spagna e Tunisia).

9 commenti:

  1. La consapevolezza è il primo passo per tante cose.. e nel cibo vale ancora di più, proprio perché il cibo è ciò che ci costruisce, non solo fisicamente, ma costruisce ed è parte integrante di una cultura allargata che ci influenza ogni giorno.
    Bel resoconto, mia cara...

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    1. Avevate già detto praticamente tutto voi, Giulia! Ma non potevo non cogliere l'occasione per raccontare anche il mio punto di vista. Un bacio e a presto!

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  2. Grazie Sere, molto sentito e introspettivo il tuo post ... La crescita che si porta avanti parallelamente al blog e tramite le occasioni che con esso si incontrano, per me è davvero impagabile. Un bacio!

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  3. In realtà hai saputo spiegare molto meglio di me cosa si intende per consapevolezza... e poi l'invito alla riflessione davanti ai preparati è la migliore lezione che si possa dare. Riflettere sempre, anche e soprattutto quando si parla di cibo. Brava Sere :)

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  4. Non lo si ripete mai abbastanza e hai fatto benissimo a ribadirlo, anche perchè è esattamente quello che ognuna di noi si è portata a casa da questa esperienza, io posso aggiungerci il piacevole ricordo di una chiacchierata su una terrazza panoramica, anche in vostra compagnia!

    Un abbraccio fortissimo

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  5. Ciao Sere,
    hai spiegato bene e dal tuo punto di vista e, come dice Loredana qui sopra, non lo si ripete mai abbastanza.
    Che belle le tue foto! un abbraccio e spero ci saranno altre occasioni cosi!

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  6. Ciao Sere :) ahahah...mi è preso un colpo quando sono arrivata alla fine del tuo post ;)
    E' stato un vero piacere conoscerti e spero che ci saranno altre occasioni.
    Un bacione!

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