Questa è la volta dell'ingrediente del mese. E questo mese torna ad essere in coppia. :)
In realtà ve l'avevo già presentato in tempi non sospetti, parlandovi di una frittata.
Oggi ve lo ripresento in una vesta un pò insolta per casa nostra: un esperimento che ho fatto per uno dei miei eventi "divano". Le cene divano (talvolta i pranzi, come in questa occasione) sono un must di CasaLilla: iniziate alla domenica sera quando la sottoscritta tutta mogia mogia si avviava alla trasferta settimanale, ancora oggi sono un'occasione per mangiare slow fast food spaparanzati sul divano di casa, magari guardando un bel film o la serie televisiva del cuore.
Il verdiscio è una delle erbe di campo che preferisco: delicato, sano e genuino, spontaneo e a metro zero. O forse lo adoro ancora di più perchè lo raccolgo direttamente dove cresce, e con la scusa passo pomeriggi spensierati?
Non so di preciso quale sia il motivo, ma a casa nostra in questo periodo va alla grande: risotti, frittate, malfatti o frittelle alla birra. Mi manca ancora da provare la ricetta di Elisa, questo mese mia compagna in questa avventura, che ormai è diventata una rubrica "itinerante".
IL LUPPOLO SELVATICO
Il luppolo selvatico, Humulus lupulus, chiamato dalle nostre parti verdiscio ed in altre parti del nord Italia lavartis, bruscardolo, luertìs o lovertìn , è una pianta perenne erbacea appartenente alla famiglia delle Cannabaceae.
Dal rizoma sotterraneo si dipartono esili fusti rampicanti che possono crescere anche fino a 5-7 m in altezza con foglie cuoriformi, seghettate e portate opposte le une alle altre. Il luppolo produce fiori verdognoli formanti una pannocchietta pendula. Questa piante predilige ambienti freschi e terreni fertili e cresce spontaneamente fino a 1.000-1.200 m s.l.m. ed è molto comune soprattutto nell’Italia settentrionale.
La pianta viene anche comunemente coltivata poiché essa è fondamentale per la produzione di una bevanda. Sono i fiori, presenti in estate, la parte del luppolo che riveste maggior importanza a livello mondiale: infatti essi vengono utilizzati nel processo di produzione della birra. I fiori del luppolo conferiscono infatti la caratteristica principale a questa bevanda: la nota amarognola; servono inoltre come conservante della birra stessa in quanto contenenti proprietà antibatteriche e come chiarificante poiché permettono la coagulazione delle proteine in sospensione e infine aiutano la tenuta della schiuma.
Un utilizzo meno intensivo è quello che riveste il luppolo in ambito gastronomico, soprattutto nella cucina povera che ricalca la coltura gastronomica contadina di un tempo. Gli apici dei germogli primaverili della pianta vengono utilizzati per la preparazione di minestre, frittate, ripieni, vengono utilizzati con paste e risotti o consumati bolliti o cotti al vapore, un po’ come succede con gli asparagi portando erroneamente a chiamare il luppolo “asparago selvatico” che invece è l’Asparagus acutifolius.
Il luppolo viene infine utilizzato anche in medicina poiché esso contiene deboli principi attivi sedativi.
Il luppolo selvatico, Humulus lupulus, chiamato dalle nostre parti verdiscio ed in altre parti del nord Italia lavartis, bruscardolo, luertìs o lovertìn , è una pianta perenne erbacea appartenente alla famiglia delle Cannabaceae.
Dal rizoma sotterraneo si dipartono esili fusti rampicanti che possono crescere anche fino a 5-7 m in altezza con foglie cuoriformi, seghettate e portate opposte le une alle altre. Il luppolo produce fiori verdognoli formanti una pannocchietta pendula. Questa piante predilige ambienti freschi e terreni fertili e cresce spontaneamente fino a 1.000-1.200 m s.l.m. ed è molto comune soprattutto nell’Italia settentrionale.
La pianta viene anche comunemente coltivata poiché essa è fondamentale per la produzione di una bevanda. Sono i fiori, presenti in estate, la parte del luppolo che riveste maggior importanza a livello mondiale: infatti essi vengono utilizzati nel processo di produzione della birra. I fiori del luppolo conferiscono infatti la caratteristica principale a questa bevanda: la nota amarognola; servono inoltre come conservante della birra stessa in quanto contenenti proprietà antibatteriche e come chiarificante poiché permettono la coagulazione delle proteine in sospensione e infine aiutano la tenuta della schiuma.
Un utilizzo meno intensivo è quello che riveste il luppolo in ambito gastronomico, soprattutto nella cucina povera che ricalca la coltura gastronomica contadina di un tempo. Gli apici dei germogli primaverili della pianta vengono utilizzati per la preparazione di minestre, frittate, ripieni, vengono utilizzati con paste e risotti o consumati bolliti o cotti al vapore, un po’ come succede con gli asparagi portando erroneamente a chiamare il luppolo “asparago selvatico” che invece è l’Asparagus acutifolius.
Il luppolo viene infine utilizzato anche in medicina poiché esso contiene deboli principi attivi sedativi.
FRITTELLE DI BIRRA E VERDISCI
100 g semola grano duro
30 g farina 00
100 ml birra bionda
2 cipollotti
100 g verdisci (luppolo selvatico)
olio oliva per friggere
sale qb
pepe qb
Miscelate le due farine e unite la birra, mescolate bene con
un cucchiaio di legno e mettete la pastella per 30 minuti da parte, in modo che
riposi.
Lavate i verdisci sciacquandoli più volte in abbondante
acqua e bicarbonato. Sbollentateli in abbondante acqua salata, scolateli e sbianchiteli,
ovvero immergeteli in acqua e ghiaccio in modo da abbattare velocemente la
temperatura e consentirgli di mantenere un colore verde vivo. Affettate
sottilmente i cipollotti, soffriggeteli in una padella con un filo di olio evo
e aggiungete i verdisci, lasciate insaporire per qualche minuto. Togliete dal
fuoco e tritate le verdure grossolanamente.
Incorporate il tutto alla pastella che avrete
precedentemente lasciato riposare, formate delle palline e friggetele in
abbondante olio caldo. Scolate le frittelle su carta assorbente e servitele
bollenti.
Per 2.
Io ora queste frittelle le voglio provare però. Te l'avevo detto che mi ispiravano! Ora che le vedo devo assolutamente andare alla ricerca di altro luppolo e prepararle!
RispondiEliminaGrazie ancora e un bacino
Mi ispira un sacco, me la segno subito! :-)
RispondiEliminaAdoro le frittelle fatte con la birra.. e immagino solo cosa possano aggiungere i luvertin.. meraviglia!!
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