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venerdì 28 marzo 2014

Antica Confetteria Romanengo


Le cose belle capitano sempre così, per caso. Arrivano quando meno te lo aspetti e ti stupiscono. Ti trascinano, ti fanno respirare tutto il dolce profumo che portano con se e ti fanno rientrare a casa su una piccola nuovola (rosa, of course!).
Quando mi è arrivato l'invito per la visita all'Antica Confetteria Romanengo dall'Associazione Nazionale Foodblogger, non ho saputo dire di no.
Un tuffo nel passato, in uno di quei posti che tanto piacciono a me, in una di quelle realtà che difficilmente si riescono a trovare, ma che quando vengono scoperte non vengono più abbandonate.


Così è stato quando sono stata invitata da Platti nella mia città del cuore, Torino, e così la magia si è ripetuta anche questa volta, a Genova.
Non mi sentite mai parlare del capoluogo ligure, che ormai frequento quotidianamente da cinque anni, perchè non mi ha ancora rubato l'anima. O forse semplicemente perchè la vedo con gli occhi di una pendolare, e non di una cittadina. Chissà, magari prima o poi riuscirà a conquistarmi definitivamente anche lei...
Di sicuro però mi sono innamorata della Confetteria Romanengo e dei suoi canditi caldi (il ricordo di quel mandarino caldo appena tolto dallo sciroppo di zucchero è ancora vivido in me...).


Mi sono innamorata del suo cioccolato santè, della pasta di mandorle (oh, quei raviolini ripieni...), dei suoi confetti così perfettamente uguali, ripieni persino di spezie, delle sue goccie di rosolio e delle sue fondenti. Tutti prodotti rigorosamente fatti a mano.


Compagno speciale di questo viaggio è stato proprio Pietro Romanengo: dai suoi occhi e dalle sue parole un unico grande messaggio, la passione per il suo lavoro. Un amore incondizionato e una pazienza infinita che gli hanno permesso di diventare quello che è oggi: la pasticceria storica per eccelenza di Genova.


La visita si è svolta nelle varie sale del laboratorio dell'Antica Confetteria, e ogni lavorazione è stata una vera scoperta.
Mi sono incantata di fronte alle immense vasche piene zeppe di frutta di stagione lasciata a macerare nello sciroppo. Davanti ai pasticceri che con la loro maestria riescono a capire se lo sciroppo usato per la glassatura è pronto (grazie solo all'utilizzo di una schiumarola e al loro delicato soffio, con la formazione di tante bolle trasparenti).


Davanti a chi lavora al cioccolato e a chi si occupa dei confetti.


Ogni porta nascondeva dietro di sè un luogo diverso dal precedente, una lavorazione particolare, un prodotto unico.


Se passate da Genova, lasciatevi rapire dai suoi mille caruggi, dalla sua aria così etnica e globalizzata, dalle vie eleganti, dai palazzi storici. Fatevi rapire dai suoi caffè, dalle sue tripperie, dalle sue trattorie.

 

E passate da Romanengo, anche solo per una scatolina di gocce di Rosolio: sono certa che farete un dono gradito a chi lo riceverà. Anche solo a voi stessi.

 
Vorrei tanto esserci anche io, lì con voi. Per gustarmi la vostra espressione di fronte a così tanta bontà.
 
 
Per dettagli più tecnici vi rimando a questo bellissimo articolo.
... e buon dolcissimo weekend!


6 commenti:

  1. Che meraviglia....quanto mi piacerebbe poterci lavorare almeno un giorno in questa confetteria e che bel signore il romanengo, complimenti cara anche per le foto...!!

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  2. Ti avevo lasciato un commento questa mattina :( Comunque volevo dirti che queste foto fanno venir voglia di salire a Genova, solo per vedere e annusare quell'aria dolce del laboratorio.
    Un abbraccio grande

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  3. ma com'è che genova non ti ha ancora rubato l'anima?
    bisognerà mica fare un bis da romanengo, per convincerti?
    bellissimo reportage, lo linkiamo al signor Pietro che ne sarà contento!

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  4. Mi potrei perdere fra queste delizie :-)

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  5. Riemergo da settimane di studio (??) e trovo questo delizioso post e come al solito nei reportage dai il meglio di te! La visita è un salto indietro nella storia ed è bello scoprire che ci sono ancora queste realtà.
    Su Genova ti posso solo dare ragione: io non riesco a capirla :-(
    bacioni

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  6. ciao, ci vuole tempo per innamorarsi di Genova a meno che tu ci sia nata...
    Comunque ti invito a bere un caffè la prossima volta che passi di qua. Raffaella Fava (vedi profilo fb)

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